1979 Pontiac Trans Am: l’ultima vera muscle car di fine anni ‘70
Già a metà degli anni ’70 il concetto di muscle car era ormai qualcosa di sbiadito. La crisi petrolifera di quel periodo decretò la fine di questo genere di auto che, per quasi un decennio, rappresentarono l’esuberanza del motorismo americano. Ci fu però un marchio che non si diede per vinto…
…e quel marchio era naturalmente la divisione Pontiac di GM. A dir la verità, fino alla metà degli anni ’70, la Trans Am condivideva il telaio, noto anche come piattaforma F-body, con la sorella Chevrolet, la Camaro. La Z/28, in particolare, versione particolarmente aggressiva dell’intera gamma Camaro, fu tolta dalla produzione intorno alla metà degli anni ’70. L’unica superstite, di un’era leggendaria dell’intera storia automobilistica americana, fu quindi la Pontiac Trans Am.
Sembrava quasi naturale che una casa come Pontiac, che aveva costruito la sua intera immagine sul concetto di performance, potesse essere l’ultima vera roccaforte di un’epoca che sembrava ormai aver fatto il suo tempo. Voglio ricordare, a tal proposito, che fu proprio Pontiac ad aver creato icone come la Bonneville, le Catalina Super-Duty e la GTO.
The Pontiac’s last stand, ovvero l’ultima resistenza di Pontiac, durò parecchio tempo e arrivò fino ai primi anni ’80. E sebbene dal 1977 non fu più resa disponibile l’unità da 455ci, sembrò subito che l’eredità di una tradizione fondata sul concetto di performance passò nelle mani della più piccola unità da 400ci, a tal punto che dal 1978 in poi questo V8 vide crescere la propria potenza di anno in anno. Il motore W72 del 1978 era certamente un’unità di poche pretese, visto che i 220hp dichiarati erano quasi nulla in confronto a ciò che si vide a cavallo del 1970. Questo motore fu reso disponibile anche l’anno successivo, anche se in quantità piuttosto limitate. Il 1979 culminò, infatti, con la versione Tenth-Anniversary Collector Editions tra le cui particolarità segnalo la colorazione Silver Gray tono su tono. A fianco alla Trans Am, intanto, cresceva una Firebird sempre più performante. Per quest’ultima furono presentate soluzioni particolarmente interessanti come, ad esempio, quelle contenute nel pacchetto WS6 che comprendeva molle più rigide, barre antirollio maggiorate, boccole in poliuretano e sterzo più diretto. I pneumatici con sezione 225, montati su cerchi 15×8, completavano, insieme ai freni a disco giunti nel 1979, un quadro ormai quasi dimenticato. Il tocco finale era la vasta disponibilità di rapporti finali tra cui un super economico 2.41:1. Malgrado tutto, però, nel 1979 l’insieme delle Trans Am vendute era molto più grande di quello rappresentato da tutta la gamma Firebird. E l’aspetto più divertente era la competizione nata con una vettura che nulla aveva a che fare con la Trans Am. I proprietari della Corvette, infatti, avevano iniziato a temere fortemente l’esuberanza della Trans Am. Se pensate che all’epoca, cioè nel 1979, il settore high performance era una battaglia tra due soli protagonisti, e che uno dei due, la Corvette, costava, a parità di prestazioni, praticamente il doppio, era naturale aspettarsi la supremazia della Trans Am. E come dare torto a Pontiac. La scelta, nel 1979, era quindi una sola e il suo nome era Pontiac Trans Am.
Archivio immagini: GM, Ellingson Car Museum
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