Le sospensioni e i SUV
Il duro compito delle sospensioni si fa ancora più difficile quando si parla di SUV. Vi chiederete perché? La risposta è semplice: unire le capacità di una vettura da turismo e di un off-road non è cosa banale.
I SUV, una tradizione fondamentalmente americana, si sono ormai affermati anche sul mercato europeo, un continente dove l’automobilismo si è frequentemente espresso attraverso la produzione di vetture dal carattere spiccatamente sportivo. Ora che gli anni sono passati anche il pubblico italiano ha imparato ad apprezzare le doti di quei veicoli che possiamo definire “ognitempo”, i SUV per l’appunto. Questi mezzi sono veicoli che si distinguono per la loro versatilità, per il comfort e per le capacità di carico. In un paese come il nostro, ma il problema è facilmente estendibile al resto d’Europa, in cui l’automobile ha privilegiato le doti di sportività non era semplice per i progettisti ideare e realizzare degli Sport Utility Vehicle che fossero in grado di affrontare l’off-road e l’asfalto con il medesimo grado di agilità. Questo fatto ha spostato sensibilmente il concetto di SUV, almeno per come lo intendono al di là dell’Oceano, e ha portato ad alcune realizzazioni particolarmente spinte, in termini di prestazioni su strada, che molte volte con difficoltà trovano giustificazione all’interno di questo segmento. Non è certo questa la sede per aprire una discussione sull’argomento. Parto però proprio dal concetto appena espresso per chiamare in causa il sistema di sospensione. Questa parte del veicolo gioca, all’interno del sistema SUV, un ruolo fondamentale. Da lui dipendono le antitetiche prestazioni dinamiche del mezzo, quali che siano le condizioni del fondo stradale.
Alle sospensioni è demandato il difficile compito di assicurare il contatto tra pneumatico e strada rendendo, al contempo, la vita a bordo, la più confortevole possibile. Viaggiare su una mulattiera di campagna a bassa velocità in presenza di avallamenti o di zone ad aderenza limitata è sicuramente molto differente dal correre a 180 km/h lungo una traiettoria autostradale curva a raggio relativamente piccolo. E’ quanto mai facile capire quali difficoltà hanno incontrato i progettisti europei per conciliare due aspetti così contrastanti. E al centro di tutto si posiziona, guarda caso, proprio il concetto di sospensione.
Il sistema attraverso il quale il corpo vettura viene appoggiato sulla sede stradale si compone di svariati elementi: molle, ammortizzatori, bracci e barre antirollio. La combinazione di questi componenti da origine a quello che è comunemente noto come il sistema di sospensione del veicolo. Ma come si distingue un sistema dall’altro? E quali sono i vantaggi di uno rispetto all’altro? La risposta è tutt’altro che semplice e certamente non ho la presunzione di esaurire un argomento talmente complicato all’interno delle poche righe di questa pagina. E’ bene però aver chiari alcuni concetti fondamentali, se non altro, ancora una volta, per saper scegliere ciò che si avvicina maggiormente alle nostre esigenze.
Una prima differenza la possiamo fare considerando le molle. Questi elementi, che consentono di attutire le imperfezioni del fondo stradale possono essere di tre tipi fondamentali: ad elica cilindrica, a barra di torsione e a balestra. Non entriamo nel dettaglio ma diciamo solamente che le prime sono tipicamente impiegate nel settore automobilistico perché offrono vantaggi in termini di spazio e posizionamento ma, allo stesso tempo, non sono molto indicate per veicoli estremamente pesanti destinati a trasportare carichi importanti. Dall’altra parte abbiamo le molle a balestra che, a fronte di una semplicità costruttiva quasi disarmante, e ad una capacità di carico notevole (e non dimentichiamo anche la grande affidabilità), non sono molto indicate per realizzare sistemi di sospensioni adatti per una guida stradale spinta. Detto in altre parole non sono elementi che consentono dinamiche di marcia di stampo sportivo (la Chevrolet Corvette è il tipico esempio che contraddice ciò che ho appena detto). In mezzo rimane la soluzione a barra di torsione, molto diffusa sui mezzi pesanti e che può trovare perfetta applicazione sui SUV di dimensioni elevate soprattutto, se unite ad un sistema di bracci e ammortizzatori opportunamente studiati. Non dimentichiamo a tal proposito che un SUV, generalmente, deve poter contare su un’elevata escursione del gruppo ruota, aspetto in netta contrapposizione con la volontà di voler mantenere all’interno di determinati parametri la posizione reciproca tra ruota e terreno.
Passando invece più propriamente alle configurazioni relative ai diversi elementi dei sistemi di sospensione possiamo suddividere le architetture in due macro famiglie: quelle a ruote indipendenti e quelle con ponte rigido. In mezzo a loro vivono tutta una serie di differenti soluzioni. La differenza sostanziale tra i due generi di sospensione è che nella prima le ruote si muovono indipendentemente l’una dall’altra potendo seguire i differenti andamenti del fondo stradale. La cosa opposta accade invece nel caso di ponte rigido in cui le due ruote di uno stesso asse sono vincolate tra loro. Pregi e difetti? Nel primo caso abbiamo a che fare con sistemi più sofisticati che consentono di governare meglio la posizione della ruota e le forze che vengono scaricate a terra durante il moto. Con questi sistemi si predilige la guidabilità anche se vengono in parte sacrificate la capacità di carico, l’affidabilità e i costi di manutenzione. Nel secondo caso prevalgono semplicità costruttiva, affidabilità e capacità di sopportare elevati carichi. Per contro le prestazioni di handling sono un po’ penalizzate.
La scelta della tipologia di sospensione da utilizzare è quindi funzione di ciò che vogliamo ottenere dal nostro SUV. Se infatti la prerogativa cercata è la guidabilità su strada allora sarà meglio scegliere veicoli dotati di sospensioni indipendenti all’avantreno e al retrotreno. Questa configurazione oltre ad assicurare buona tenuta rappresenta anche un piacevole compromesso in termini di comfort. Si faccia però attenzione al fatto per cui molte volte per poter assicurare le doti di handling i sistemi di sospensione di questi veicoli vengono particolarmente irrigiditi compromettendo il proverbiale comfort che l’utente pretende, generalmente, da questi mezzi. Se invece il punto di vista è differente, ossia cercate un mezzo capace di portare in sicurezza notevoli carichi assicurandovi grande affidabilità la vecchia e consolidata soluzione con molle a balestra oppure con molle a torsione è ancora la migliore. E a tal proposito si tenga anche conto che i progressi tecnologici hanno permesso di ottimizzare notevolmente questa soluzione.
Esiste infine una terza possibilità, quella che vede combinare sospensioni a ruote indipendenti con la presenza contemporanea di molle ad elica cilindrica (posteriormente) e molle a barra di torsione (anteriormente). E’ una soluzione che si è vista parecchio, ad esempio, sui grandi SUV americani. E’ un architettura anche questa molto collaudata che offre un eccezionale compromesso tra comfort, prestazioni e affidabilità.
Archivio immagini: Ford, GM