I motori V8 americani - Parte prima
Quasi completamente differenti dai motori V8 conosciuti in Europa i leggendari small e big-block americani sono tra i migliori propulsori al mondo. Hanno caratteristiche tutte loro e gli stessi progettisti e preparatori americani, quando si occupano dell’argomento, utilizzano spesso riferimenti incomprensibili a molti europei. Vediamo quindi quando sono nati e come si sono sviluppati questi leggendari motori Made in…USA
Introduzione
E gli americani inventarono…il V8! Patria dei propulsori con architettura ad 8 cilindri a V di 90° l’America a quattroruote è nota ovunque come la casa del V8, ovvero “The Home of the V8”. Ormai questo genere di motori non sono più solo una prerogativa degli americani visto che i tecnici europei utilizzano tale configurazione già da parecchio tempo. Ferrari, tanto per citare un esempio lampante, ha creato le proprie auto da leggenda grazie anche a questo tipo di motore. Malgrado ciò permane una differenza sostanziale tra i due mondi automobilistici che si affacciano da una parte e dall’altra dell’Oceano Atlantico. Se infatti per gli europei il V8 è ancora oggi un motore destinato unicamente all’uso sportivo negli States le cose stanno molto diversamente: il V8 è il cavallo da lavoro per antonomasia. Il vero WorkingHorse come lo definirebbero gli stessi americani. Il V8 è il motore per i pickup (mezzi da lavoro e per il tempo libero), per i SUV e per le sportive più note, oltrechè per le berline più storiche (si pensi ad esempio alla nota Ford Crown Victoria, più volgarmente riconosciuta come lo Yellow Cab della Grande Mela, ossia i taxi di New York). La filosofia drammaticamente diversa che divide la produzione automobilistica americana da quella europea ha portato ad uno sviluppo tutto particolare della configurazione V8 e di molte sue caratteristiche.
Tre grandi famiglie
Utilizzando un gioco di parole potremmo dire che i V8 americani sono tutti uguali ma molto diversi tra loro. Cosa significa tutto questo? Semplicemente quello che abbiamo espresso con il titolo di questo paragrafo: i motori V8 made in USA possono essere divisi in tre grandi famiglie che hanno parecchie caratteristiche in comune. Quando pertanto si analizza un motore V8 a stelle e strisce bisogna innanzitutto sapere a quale famiglia appartiene: General Motors, Ford o Dodge-Chrysler? Già, perché quelle che un tempo erano dette le tre grandi di Detroit entrarono presto in una competizione motoristica che le vide tutte grandi protagoniste. Sebbene Ford possa essere considerato, sull’argomento, il costruttore pioniere, General Motors e Dodge non tardarono a mettere in campo le loro leggendarie proposte. Oggi giorno le tre famiglie di cui stiamo parlando sono riconoscibili, rispettivamente, nella serie dei Modular Engines di Ford, in quella degli Small-Block Chevrolet e nel leggendario HEMI del gruppo Dodge-Chrysler.
Piccoli o grandi, ma sempre yankee
Prima di presentarvi una breve sintesi delle tre famiglie è importante chiarire un ulteriore aspetto che può generare confusione in coloro che si affacciano all’argomento per la prima volta. Come noto le cilindrate dei motori americani si sono sempre contraddistinte per la loro grande cubatura. Questo fatto è legato alle due caratteristiche irrinunciabili di ogni propulsore americano: affidabilità e grande coppia ai bassi regimi. Molto spesso, in passato, il dato di potenza massima non era così importante per un tipico cliente americano: lo era molto di più la coppia che consentiva di trasportare pesi elevati e/o di trainare rimorchi di grandi dimensioni e di peso considerevole. Per questo motivo la cilindrata è il parametro attraverso il quale il tecnico americano cerca l’optimum nel complicato equilibrio tra prestazioni, consumi e durata della meccanica nel tempo. Nel passato, e in parte anche nel presente, gli americani hanno conosciuto veicoli di cilindrata anche molto elevata. Un motore da 6 litri negli anni ’60 rappresentava la normalità. Su alcune vetture, e su alcuni pickup, si sono raggiunti numeri anche di gran lunga superiori con valori anche dell’ordine dei 7.5 litri ed oltre. Tornando al discorso iniziale, può accadere spesso di sentir parlare di small block e di big-block. Sebbene le definizioni siano legata istintivamente alla cilindrata, la vera differenza che si cela dietro il concetto di small e di big block è legata alle caratteristiche costruttive del blocco cilindri. Un big-block, in generale, è un motore con un monoblocco in grado di subire un alesatura dei singoli cilindri tale da aumentarne sensibilmente la cilindrata oltrechè di resistere a sollecitazioni molto elevate. In altre parole non è possibile legare la definizione di small-block e di big-block esclusivamente ad un valore unico di cilindrata. E’ un’operazione che anche gli americani non fanno e pertanto non si capisce perché dovrebbe farlo chi americano non è. A ciò aggiungo una nota di particolare importanza. Attualmente nella produzione americana il concetto di big-block è passato un pò in secondo piano grazie alle doti resistenziali che le versioni small-block moderne riescono a garantire. Nel mercato dell’aftermarket, e dei preparatori, sono ancora presenti numerosi big-block. Nella seconda parte affronterò l’argomento relativo ai motori Ford.
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